Il convegno affronterà tematiche attuali e di grande interesse relative alla pandemia Covid-19 e vedrà a confronto, anche questa volta, i reumatologi con specialisti di diverse branche della medicina. Il protagonista dell’incontro sarà il sistema immunitario che costituisce il sistema di difesa che interagisce con i virus-co evoluti con i quali saremo costretti a convivere anche in un lontano futuro.Il sistema immunitario può distinguere tra ciò che gli appartiene e ciò che non gli appartiene mettendo in atto le due principali risposte nei confronti dell’ospite: quella innata e quella adattiva. Ambiente ed epigenetica, quindi, esercitano la
loro importanza in quanto contribuiscono alla patogenesi sia delle malattie infettive che di quelle autoimmuni assumendo un ruolo decisivo nel loro determinismo.

Una lettura sui dati epidemiologici della pandemia e scenari futuri darà inizio all’incontro che si concentrerà su diverse tematiche relative all’infezione da SARS-CoV-2 tra cui il ruolo del microbioma, prebiotici e probiotici e le sindromi enteso-artritiche correlate, l’importanza delle comorbidità associate alle nostre malattie autoimmuni come età, genere, ipertensione arteriosa, tumori, malattie polmonari e cardiovascolari preesistenti che hanno fatto la differenza in termini di mortalità. Ampio spazio sarà dedicato al coinvolgimento polmonare dal momento che SARS-CoV-2 è in grado di lasciare una traccia di sé con danni respiratori, in molti casi, permanenti ed irreversibili che andranno a costituire una nuova patologia ed una nuova emergenza di domani. Difatti saranno necessarie metodiche diagnostiche sempre più rapide e specifiche da utilizzare anche nel follow-up dei pazienti che si sono ammalati e che saranno di grande utilità anche per noi reumatologi dal momento che la malattia interstiziale si associa frequentemente alle nostre malattie reumatiche.

Anche i vasi e la pelle non sono stati risparmiati in corso di infezione per cui vasculiti e dermatiti saranno oggetto di altrettanto approfondimento.Lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche, costituiscono oggi un’importante sfida che vede unite ricerca e competenze cliniche. L’utilizzo di farmaci immunomodulanti, spesso usati nella pratica clinica reumatologica, con
particolare riferimento alle anti-IL-1, anti-IL-6 e agli inibitori di Janus Kinase (JAK) in grado di correggere almeno in parte l’iperattivazione immunitaria con aumento delle citochine infiammatorie, hanno costituito una opzione preziosa nel trattamento di COVID-19 con decorso graveLa stessa vitamina D è stata utilizzata nella SARS-CoV-2 e Covid-19 e sarà, per questo, oggetto di riflessione.

 

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