La telemedicina riceve l’egida del Collegio dei Reumatologi Italiani

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Quale ruolo potrebbe avere la telemedicina nella gestione del paziente? È perché può essere fondamentale nella gestione del paziente con malattie reumatiche? Ne parla in una intervista a PharmaStar la Dr.ssa Daniela Marotto, reumatologa e presidente del Collegio dei Reumatologi Italiani (CReI).

Che ruolo può avere la telemedicina in reumatologia e quale futuro possiamo ipotizzare?

Il mio giudizio sulla telemedicina non può che essere positivo. È curioso come ci si sia resi conto dell’utilità di alcuni strumenti solo quando si ci siamo trovati in uno stato di emergenza. Volendo cercare un lato positivo della pandemia da Covid potremmo dire che forse è stato quello di farci scoprire anche questo aspetto, perché la telemedicina in realtà è nata negli anni ‘50 in America e il Consiglio Superiore di Sanità già nel 2010 istituì un tavolo di lavoro sul tema. Ma è solo negli ultimi due anni che la telemedicina è entrata in maniera prepotente nella pratica clinica italiana e adesso acquisirà un ruolo sempre più centrale grazie ai fondi del PNRR con un investimento previsto di oltre un miliardo di euro. Spero che tutti i fondi stanziati siano correttamente utilizzati nell’ uniformare le piattaforme, formare il personale e redigere linee guida di corretto utilizzo. Solo cosi potremmo parlare di una reale digitalizzazione del Sistema sanitario. Va da sé che come società scientifica siamo chiamati ad un compito importante che è quello di creare delle consensus sulla telemedicina che avranno applicazione nella pratica clinica.

La reumatologia è una branca dove può essere applicabile con successo?

Assolutamente si, la telemedicina trova particolare applicazione nel campo delle patologie croniche quali quelle reumatologiche ed in particolare nelle visite di controllo. La telemedicina non sostituisce l’intervento tradizionale ma lo integra e può renderlo più efficace. La definizione di Telemedicina stessa pone l’accento sul concetto di distanza, la vera parola-chiave che insieme rappresenta l’essenza della Telemedicina e ne prefigura i pregi e i vantaggi. I nostri pazienti necessitano di monitoraggi frequenti e sono spesso in età lavorativa pertanto la possibilità di effettuare visite da remoto non può che avere un grande beneficio per tutte le persone che abitano in luoghi isolati, hanno problemi di trasporto, di lavoro o di deambulazione oppure, semplicemente, preferiscono non perdere del tempo in viaggio. Con la telemedicina potremmo garantire una maggiore equità di accesso alle cure, la corretta integrazione ospedale territorio, una migliore gestione dei casi cronici e questo non può che configurare alla fine un risparmio per tutta la comunità. Ma la parola Telemedicina racchiude molto di più della sola televisita, parliamo di teleconsulto tra diversi medici specialisti e tele-consulenza tra diversi operatori sanitari, teleriabilitazione, teleassistenza, telemonitoraggio. Per quanto riguarda il telemonitoraggio, è utile perché permette di controllare le condizioni del paziente che può tranquillamente compilare da remoto i questionari di valutazione del suo stati di malattia e di qualità della vita e condividere con noi i risultati permettendoci così di comprendere come si evolve il suo stato di salute. Telemonitoraggio significa infine poter ricevere dati da determinate apparecchiature, come sensori o cardiofrequenzimetri, e quindi valutare come il paziente risponda alla terapia. È chiaro che un paziente reumatologico con un’attività di malattia alta ha parametri completamente diversi, per esempio alla rilevazione del cardiofrequenzimetro, rispetto a un paziente con un’attività di malattia bassa, o addirittura in remissione.

All’Ospedale Niguarda di Milano fanno tutto questo?

Sì, tramite la piattaforma iAR, 1600 pazienti inseriscono i patient reported outcome, i PROs, in maniera continuativa; sono una trentina di parametri sullo stato di salute del paziente che poi vanno a comporre gli indici di valutazione clinica. Tramite questa piattaforma, mentre il paziente compila i PROs, noi reumatologi compiliamo i clinical reported outcome. Il risultato è prossimo a una cartella clinica specializzata, un’ulteriore strumento clinico-laboratoristico-anamnestico, in grado di fornirci tutta una serie di informazioni. Allora se io combino i dati inseriti da me con quelli inseriti del paziente, genero degli ulteriori indici di attività, visualizzabile anche tramite grafici che consentono di valutare l’andamento della malattia nel tempo.

Quali obiettivi si pone il CReI con la telemedicina?

Come dicevo prima, come società scientifiche siamo chiamati a redigere delle consensus che ci aiuteranno nella pratica clinica. Il CReI ha istituito un gruppo di studio, che ha come coordinatore il Dott. Oscar Massimiliano Epis, Direttore della Struttura Complessa di Reumatologia dell’Ospedale Niguarda di Milano. La prima attività è garantire la nostra egida alla piattaforma iAR. Il nostro obiettivo finale, in ogni caso, non è solo il telemonitoraggio da parte del medico ma vogliamo estendere l’utilizzo di iAR anche in altri ambiti, con altri interlocutori.
Telemedicina non è infatti solo televisita e teleconsulto; è anche teleriabilitazione, cioè la possibilità del fisioterapista di erogare differenti prestazioni tra i tanti ad esempio esercizi o il corretto utilizzo di ausili e ortesi, che possano migliorare o mantenere il corretto funzionamento psicofisico della persona. Telemedicina è anche teleinfermieristica e monitoraggio remoto, teletriage, consultazione ed educazione a distanza sono alcune delle possibilità che offre il telenursing. È chiaro quindi come siano diversi gli aspetti che dobbiamo sfruttare.
Il compito del gruppo di lavoro sarà anche quello di far sì che a livello nazionale venga accettata un’unica piattaforma per un’omogeneità di linguaggio e sviluppare tutte le aree applicative della telemedicina, dalla televisita al teleconsulto, al telemonitoraggio. Mi piacerebbe pensare che il teleconsulto non sia solo inteso come consulto tra specialisti, ma soprattutto tra medico di medicina generale e specialista. Per creare un network assistenziale, obiettivo del CReI, dobbiamo coinvolgere anche i medici di medicina generale. La telemedicina deve diventare uno strumento essenziale per il medico di medicina generale, non riconducibile solo a un messaggio, o a una videochiamata, con il paziente.
Il gruppo di studio oltre al Dott. Epis contempla anche altri ottimi professionisti, pionieri nel campo della telemedicina in campo reumatologico tra cui il dott. Massimo Reta, Responsabile dell’UO di Reumatologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna, che a sua volta ha costruito una propria piattaforma di telemedicina, con una collaborazione tra ospedale, reumatologi del territorio e pazienti.
Dall’ esperienza, professionalità e collaborazione di persone cosi qualificate nel campo non può che nascere qualcosa di utile di cui tutti potremmo usufruire.
Nel prossimo congresso nazionale del CReI che si terrà a Roma dal 23 al 25 giugno affronteremo il tema della Telemedicina in una maniera innovativa con un pro e contro teso a comprendere i vantaggi o se vi siano degli svantaggi nell’attuazione di questa metodica.

Oltre alle piattaforme, quali sono i possibili problemi nell’attuazione della telemedicina?

Un problema potrebbe essere quello di una minore capacità da remoto di creare una relazione di qualità tra medico e paziente. Non deve passare il concetto che la televisita e il teleconsulto, o in generale la telemedicina, siano prestazioni che non devono essere in qualche modo riconosciute e rendicontate. Se anche formalmente a livello normativo italiano la situazione è chiara, in quanto le prestazioni di telemedicina sono rimborsate, a parte la prima visita che deve essere svolta in presenza, nella pratica clinica ci potrebbero essere delle difficoltà. Altro problema non trascurabile è ovviamente quello relativo alla sicurezza dei dati personali.

Quali conclusioni trarre?

La telemedicina è un modo per arrivare veramente al domicilio del paziente, un modo per gestire ampiamente la cronicità, per dare continuità di assistenza. È una tecnologia che può solo supportare un’operatività efficace. È chiaro che la telemedicina trova la sua applicazione migliore, più efficace, nella gestione delle malattie croniche, in quanto consente al paziente di proseguire l’attività lavorativa senza perdite di tempo, o di restare al domicilio.

 

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