LA PRESIDENTE DANIELA MAROTTO: I REUMATOLOGI CREI ESPRIMONO PLAUSO, MA INVITANO A SVILUPPARE ULTERIORI AZIONI. OCCORRE PRODURRE EFFETTIVO ALLEGGERIMENTO E DE-AFFOLLAMENTO ANCHE IN REUMATOLOGIA SOPRATTUTTO CON AZIONI DI IDENTIFICAZIONE DELL’AUTENTICA APPROPRIATEZZA DI VISITE ED ESAMI
Il Collegio Reumatologi Italiani – CReI in merito al Decreto liste d’attesa 7 giugno 2024, n. 73, (appena approvato in Parlamento) esprime un plauso, ma anche l’invito a “non fermare proprio ora la necessaria azione di rinnovamento complessivo della sanità italiana, anche in relazione alle dinamiche ed alle criticità che coinvolgono la reumatologia e gli specialisti di questo settore”.
“Ogni Decreto che tenti di porre in essere risposte concrete a debolezze conclamate della sanità pubblica ha degli aspetti di positività”, sottolinea Daniela Marotto, presidente CReI, “ma occorre qui cogliere l’occasione per osservare con attenzione il sistema nella sua totalità. I reumatologi italiani oggi quindi invitano il Ministero della Salute, il Parlamento e le Istituzioni ed agenzie della sanità a porre un’attenzione decisa su tre temi rilevanti: appropriatezza prescrittiva di esami e visite specialistiche, monitoraggio delle prestazioni, conoscenza della domanda-offerta sui territori locali”.
“Le nostre considerazioni si poggiano sull’esperienza quotidiana di tutti i nostri soci e sui campanelli d’allarme che CReI raccoglie dai territori”, commenta la presidente Marotto, “Spesso il reumatologo visita pazienti che gli vengono indirizzati come urgenti, anche quando questo non è realmente necessario. Inoltre nelle varie situazioni territoriali si percepisce una decisa carenza di monitoraggio delle prestazioni in reumatologia, spesso considerate meno rilevanti di quelle di altre specialità”. I dati raccolti da CReI nel suo network indicano la classica situazione “a macchia di leopardo” che purtroppo ormai è generalizzata per quando riguarda i sistemi sanitari regionali: si va da situazioni tendenzialmente virtuose (in alcune Asl del Nord-Est non c’è lista d’attesa per la prima visita, mentre per i controlli si giunge ad una media di sei mesi di attesa) a situazioni preoccupanti (in un’Asl dell’Italia centrale con popolazione di 600mila abitanti, sono presenti quattro reumatologi di cui tre in servizio di medicina interna; la prima visita è a quattro mesi ed il controllo giunge dopo altri quattro mesi).
Sicuramente, afferma CREI, il Decreto 2024.73 – anche avviando la Piattaforma nazionale e l’Organismo di verifica, controllo e monitoraggio – crea le condizioni affinché vengano definiti ulteriori strumenti per migliorare l’appropriatezza della richiesta di visite ed esami, ma è necessario che questi strumenti siano avviati in tempi brevi, producendo quell’effettivo alleggerimento e de-affollamento degli ambulatori che è nell’attesa di popolazione e istituzioni.
E’ inoltre importante per CReI “monitorare immediatamente tutte le specialità” ed – in un momento in cui viene sta per essere varato anche il nuovo Piano Nazionale Cronicità, attualmente in Conferenza Stato Regioni – occorre “porre attenzione specifica alla specialità della reumatologia, che si occupa di patologie croniche invalidanti, per giungere ad un diagnosi precoce ed avviare una presa in carico ed un trattamento terapeutico tempestivo”. Occorre di conseguenza che il sistema sia in grado di monitorare la domanda reale e l’offerta reale sul territorio, “affinché si possa vedere come agire nella singola area territoriale, anche per comprendere nello specifico se il personale dedicato è sufficiente oppure è sotto-dimensionato”.
Daniela Marotto conclude così: “La situazione complessiva indica che è urgente una conoscenza nuova, differente, approfondita e puntuale della dinamica richiesta-offerta sul territorio. Solo così il Decreto Liste d’Attesa potrà nel tempo essere parte di quella visione sistematica e completa di cui oggi tutti sentono il bisogno”.