Anche quest’anno il Congresso EULAR, concluso alcuni giorni fa a Vienna, ha rappresentato per tutta la comunità dei reumatologi, un evento di importanza assolutamente unica. Oltre dodicimila professionisti della salute si sono incontrati per confrontarsi sulle più avanzate terapie disponibili e per dialogare su sviluppi ed integrazioni dei sistemi di presa in carico del malato reumatologico. Anche il CReI era presente ed abbiamo chiesto alla presidente Daniela Marotto di offrirci un breve sunto degli elementi più interessanti emersi a Vienna.

Presidente Marotto: al termine dell’EULAR 2024 possiamo sintetizzare i temi più rilevanti ed innovativi emersi dall’evento di Vienna? Sono emersi nuovi approcci terapeutici e farmacologici? In quale settore delle malattie reumatologiche possiamo attenderci reali innovazioni e in che tempi?

Daniela Marotto – Come d’abitudine EULAR è un enorme contenitore di contenuti e di comunicazione di innovazione. Ci sono state tante novità quest’anno e tra le tante sono stati presentati i risultati di importanti studi. Vorrei iniziare dai risultati dello studio randomizzato, multicentrico, controllato con placebo, in doppio cieco di fase 2 DAHLIAS sull’anticorpo monoclonale anti-neonatale del recettore Fc nipocalimab in persone con  forma sistemica primaria di Sjögren che pare offrire miglioramenti significativi nell’attività di SjD nei pazienti. Inoltre sono stati poi presentati i risultati di nuovi inibitori dell’interleuchina 17 in persone con artrite psoriasica, dati dello studio COSPIRIT-JIA sull’efficacia e la sicurezza di ixekizumab (Taltz) nell’artrite idiopatica giovanile.

A proposito di Interleuchine interessanti i risultati esposti di efficacia e sicurezza dell’  antiil 23 nella psoriasi, patologia in cui si sta iniziando a poter personalizzare la terapia in base alle caratteristiche del paziente, della patologia stessa (inteso anche come interessamento dei diversi organi) e delle comorbilità. Ecco come in una patologia multi faccettata come questa diviene fondamentale un approccio multidisciplinare

Sono state presentate novità nella ricerca anche sul Lupus?

 Daniela Marotto – Assolutamente si: sono stati comunicati i dati di fase 2 sulla sicurezza e l’efficacia dell’anticorpo monoclonale mirato a CD38 daratumumab nel lupus eritematoso sistemico. Ed inoltre sempre sul lupus sono state ripresentate le Raccomandazioni per un approccio più mirato secondo quello che è l’approccio treat to target già utilizzato per l’artrite reumatoide alla luce dei nuovi farmaci che sono stati autorizzati lo scorso anno.

E per l’osteoartrite abbiamo avuto nuove comunicazioni scientifiche?

Interessante nel futuro il possibile utilizzo dell’ anti-IL-6 in persone con osteoartrite del ginocchio: lo studio è ancora in fase 1, ma risulta promettente e assolutamente innovativo in quanto non esiste un trattamento approvato per l’osteoartrite e non esiste un’immunoterapia specifica.

CReI sta lavorando tantissimo in termini di multidisciplinarietà: è un approccio condiviso anche dalla comunità reumatologica europea? in quali ambiti?

Daniela Marotto – Anche EULAR in linea con quello che deve essere il concetto di salute globale e con quanto fatto anche dal CReI da alcuni anni, prevede all’interno del Congresso europeo sessioni dedicate alle altre figure professionali come ad esempio i fisioterapisti ed infermieri e durante l’anno si concentra sulla ricerca in questi ambiti per migliorare la gestione e la qualità di vita delle persone affette da malattie reumatologiche. Inoltre nelle sessioni è stato possibile ascoltare  e condividere le esperienze di altri medici specialisti che come noi reumatologi si occupano della gestione del paziente reumatologico.