Io non sono la mia malattia?
Sono “anche” quella, fa parte di me e della mia vita, non la devo combattere, ma non deve definirmi. Sento il dolore, lo contengo. Mi fermo, ho diritto a riprendere fiato, a stare in silenzio. E nel silenzio cambio la voce narrante, lascio andare l’aria, do voce alla voce e mi affido a me. I muscoli cedono sotto montagne di rabbia tra le spalle. La luce mi abbraccia e all’ombra di me stessa prendo consapevolezza del dolore che per un attimo si sfuma, mi cullo nella sua scia poi, lo lascio andare. Riprendo fiato, ho diritto a buttar fuori il dolore, a perdere l’equilibrio, a rimanere indietro. Ho diritto a correre con gli altri, a raggiungere me stessa. Voglio vivere l’oggi oltre la paura del domani.
Sara Mohamed