Nuovi LEA e Nomenclatore: Il CReI esprime preoccupazione per l’assenza di molte prestazioni reumatologiche

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PRESIDENTE MARTIN MARTIN: BENE I NUOVI DOCUMENTI, MA CI SONO TROPPE LACUNE. SI RISCHIA IMPOVERIMENTO DELLA SPECIALITA’ ED AUMENTO DELLE LISTE D’ATTESA

19 NOVEMBRE 2024 – E’ stato finalmente approvato l’ aggiornamento dei tariffari per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica che permettono l’entrata in vigore dal prossimo 30 dicembre (come richiesto dalle Regioni) dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Questi provvedimenti assicurano un ulteriore ampliamento del diritto alla tutela della salute dei cittadini inserendo nuove importanti prestazioni.

Il Collegio dei Reumatologi Italiani – CReI plaude l’iniziativa che colma un vuoto di aggiornamento tecnico-economico di 7 anni, ma dopo un’attenta lettura del nuovo Nomenclatore, il Consiglio Direttivo riunito in Sessione Straordinaria ha riscontrato che nel nuovo tariffario non vengono annoverate una serie di fondamentali prestazioni di competenza reumatologica. In particolare CReI si riferisce a: capillaroscopia, ecografia muscolo-scheletrica, artrocentesi, infiltrazioni di sostanze intrarticolari e biopsia delle ghiandole salivari, che invece vengono riconosciute nella disponibilità di altre specialità mediche (tra cui chirurgia, ortopedia e angiologia). In pratica nei nuovi LEA vengono riconosciute alla Reumatologia soltanto la “Prima visita reumatologica” e la “Visita reumatologica di controllo” omettendo tutte le prestazioni sopraindicate. CReI segnala che le stesse prestazioni vengono regolarmente insegnate in tutte le Scuole di Specializzazione di Reumatologia perché fanno parte del Programma formativo di tutti gli Atenei Italiani.

L’assenza di quelle prestazioni era già stata riscontrata in precedenza dal CReI e comunicata in data 18 dicembre 2023 con lettera indirizzata al Ministero della Salute, all’interno della quale si ricordava proprio che “nei programmi delle Scuole di Specializzazione come richiesto dal MIUR sono presenti e obbligatori per il raggiungimento del titolo specialistico, specifici percorsi formativi dedicati all’apprendimento, all’approfondimento e all’esecuzione pratica di tali prestazioni che sono fondamentali e imprescindibili per l’attività del Reumatologo in campo diagnostico, terapeutico e nel monitoraggio clinico-terapeutico”.

In quella occasione era giunta (in data 22 dicembre 2023) una pronta risposta del Ministero nella quale veniva precisato che “L’articolazione in branche non limita né condiziona in alcun modo l’attività dei professionisti, dipendenti o convenzionati con il Servizio sanitario nazionale, la cui attività è determinata dai rispettivi contratti di lavoro, collettivi e individuali. Le visite specialistiche per le quali non è esplicitamente indicata la branca, sono incluse nella categoria ‘altre’ e possono essere prescritte nella stessa ricetta insieme ad altre prestazioni complementari; pertanto, tali visite devono essere considerate appartenenti alla branca a cui afferiscono tali prestazioni.”

CReI reputa questa risposta solo parzialmente soddisfacente, anche se inquadrata nel contesto attuale. “Purtroppo il nuovo Nomenclatore continua a dimenticare tutte una serie imponente di attività attualmente svolte dai reumatologi” dichiara il Presidente CReI Severino Martin Martin, “Il rischio conseguente è a tutti ben noto: i diversi Direttori delle Aziende Sanitarie non riterranno urgente aumentare le ore settimanali da destinare alla reumatologia.Le conseguenze di questa ‘dimenticanza’ saranno alla vista di tutti: liste di attesa interminabili per eseguire una visita reumatologica e/o le prestazioni suindicate e prettamente reumatologiche; pazienti reumatologici visitati da specialisti di altre branche affini; giovani reumatologi neo-specialisti costretti a trovare lavoro in altri reparti, con l’ulteriore allungamento delle liste di attesa”.

Il Presidente Martin Martin conclude dichiarando che “Il CReI si attiverà per richiedere urgentemente un’audizione al Ministero della Salute affinché le preoccupanti criticità segnalate dal Collegio siano affrontate e risolte in modo tale da consentire in modo riconosciuto l’esecuzione diretta da parte del Reumatologo di tali indagini al momento stesso della visita. Ciò contribuirebbe all’abbattimento delle liste di attesa, ad ottenere una diagnosi più precoce delle patologie reumatologiche e fornirebbe al paziente una migliore e più snella assistenza sanitaria”.

 

 

APMARR compie 40 anni: le parole del Presidente Martin Martin 7 nov

 

ROMA, 6 novembre – APMARR, l’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare presieduta da Antonella Celano, ha festeggiato ieri con un evento a Roma i suoi 40 anni di attività e CReI, nella figura del suo presidente Severino Martin Martin, era presente, intervenendo sia alla conferenza stampa che all’incontro celebrativo cui hanno partecipato pazienti, istituzioni, specialisti.

Durante la giornata il presidente CREi da un lato si è complimentato con APMARR “per questi decenni di attività incrollabile sempre in rappresentanza dei bisogni dei pazienti, e sempre in stretta e utile collaborazione con gli specialisti in reumatologia”. Dall’altro, Martin Martin ha commentato i dati dell’indagine svolta dall’istituto di ricerca WeResearch e presentati pubblicamente, che hanno cercato di dimensionare gli impatti delle patologie reumatologiche sulla qualità di vita delle persone. Dal campione nazionale di 1.627 persone analizzato nella ricerca sono emersi numeri allarmanti: più di 7 pazienti su 10 hanno cambiato progetto di vita dopo la diagnosi e oltre 6 su 10 hanno perso o cambiato lavoro; il 48,9% del campione di persone affette da una delle oltre 150 patologie reumatologiche dichiara che la qualità della vita è peggiorata dal momento della diagnosi, percentuale che sale al 53,2% nella fascia di età compresa tra i 65 e i 75 anni.

“I dati presentati ci dicono qualcosa che riguarda da vicino anche la nostra attività di reumatologi”,  ha sottolineato il presidente CRE “perché ci mostrano che spesso il reumatologo non riesce a comunicare in modo chiaro al paziente il valore delle terapie disponibili, e questo non riesce ad incidere in modo positivo su quel senso di ansia e sconforto che le persone con malattie reumatiche dichiarano di vivere”. “È evidente – ha concluso Martin – che dobbiamo ancora imparare molto, come medici, su come comunicare con i nostri pazienti, trasmettendo loro più entusiasmo e notizie rassicuranti, anche diminuendo la quantità di  informazioni prettamente tecnico-scientifiche che potranno essere approfondite in un secondo momento.”

 

Anche CReI partecipa al Manifesto Malattie Reumatologiche

Roma, 5 novembre – Si è tenuta nei giorni scorsi a Roma la presentazione di Rheumacare – Manifesto Futurista delle Malattie reumatologiche, un documento elaborato da una “comunità di pratica” che contiene indirizzi di diagnosi precoce, digitalizzazione efficace, accesso alle terapie, efficientamento dei sistemi territoriali e partecipazione attiva. Nel comunicato stampa ufficiale di presentazione del Documento si legge che “il gruppo di lavoro di Rheuma Care Academy (RCA) ha realizzato un lungo percorso di analisi e di studio applicando il metodo della Teoria dell’Anticipazione e realizzando un esercizio di futuro – sotto la guida di Roberto Poli, professore ordinario della prima cattedra UNESCO sui Sistemi Anticipanti e direttore del Master in Previsione Sociale all’Università di Trento – e ha così individuato criticità, ma soprattutto possibili soluzioni future realmente sostenibili e utili a compensare i bisogni ancora non soddisfatti delle persone con patologie reumatologiche, con particolare riferimento all’artrite psoriasica e la spondiloartrite assiale che sono particolarmente complesse e meno note”.

All’evento di presentazione è intervenuta Daniela Marotto (Past President CReI) oltre ai rappresentanti della Comunità di pratica: Antonella Celano (Presidente APMARR), Valeria Corazza (Presidente APIAFCO), Francesco CusanO (Direttore della Dermatologia dell’Azienda Ospedaliera San Pio – Presidio Ospedaliero “Gaetano Rummo” di Benevento), Alessandra Salierno (Referente Nazionale per la Comunicazione e le Relazioni Esterne di SIFO Area Giovani) e Silvia Tonolo (Presidente ANMAR).

Durante il suo intervento alla presentazione del Manifesto, Daniela Marotto ha sottolineato che “occorre creare una nuova relazione tra pazienti e specialisti. E’ necessario che i cittadini siano formati all’educazione terapeutica, comprendendo quindi direttamente che è necessario che si prendano in carico il loro benessere, superando, anche in collaborazione con il MMG, le pastoie burocratiche e le lungaggini ospedaliere. Il primo specialista della presa in carico del paziente reumatologico è lo specialista sul territorio, che è anche il professionista che può e deve contribuire a quel superamento della distanza tra sanità e cittadino che chiamiamo medicina di prossimità. Il territorio è il primo luogo di cura privilegiato – ha concluso Marotto – e quindi è essenziale che tutti insieme si lavori per superare la ‘paura’, puramente psicologica, di abbandonare l’ospedale, che rimane luogo di elezione dei casi più complessi. E questo può accadere solo se il territorio viene rinforzato con adeguate risorse, sia professionali che economiche: questo è un passaggio fondamentale se si desidera sostenere realmente la sanità di prossimità. I punti fondanti del Manifesto per la reumatologia del futuro vanno proprio in questa direzione”.

Il Documento, che si conclude con la sottolineatura sulla necessità della Partecipazione, propone tra le altre cose di sviluppare una particolare attenzione alle “attività di sensibilizzazione e comunicazione sulle popolazioni giovani, in modo da favorire l’anticipazione della diagnosi”, che da anni è uno degli elementi cardine dell’attività del Collegio.